Membrane plastomeriche, plastoelastomeriche, plastometriche e elastoplastomeriche
quali le appartenenze, codifiche, definizioni, identificazioni, classificazioni ?
La risposta al quesito, valutata in un'ottica puramente mercantile di ormai consolidata prassi commerciale, abbraccia variegate sfumature che, lecite in quanto responsabilmente soggettive, hanno però il torto di non potersi appoggiare a riferimenti inequivocabilmente provvisti di oggettività.
Le definizioni in esame vennero coniate, diversi anni or sono, da un primario produttore di membrane bitume polimero che riteneva di aver individuato, commercialmente parlando, la possibilità di dare respiro e differenziazione ad una sempre più numerosa offerta di membrane a catalogo. L'esempio venne poi, ovviamente, seguito in tempi brevi da molti Produttori per non rischiare di venire estromessi da quella "fetta" di mercato.
La classificazione in analisi, valutata con rigore tecnico e normativo non possiede alcuna validità.
Le Norme UNI 8818, quali designazioni codificate, dividono le membrane bitume polimero in due grandi famiglie:
BPP (Bitume Polimero Plastomero)
BPE (Bitume Polimero Elastomero)
Le Norme UNI 8829 forniscono i limiti di accettazione per membrane che rientrano nelle sole due categorie menzionate.
I riferimenti alla "Plasticità" ed alla "Elasticità", prendono giustificazione dalle caratteristiche dei polimeri di sintesi impiegati per modificare i compbound bituminosi: nel primo caso, tipicamente, il polipropilene atattico (APP - comportamento plastico), nel secondo caso, tipicamente, lo Stirolo Butadiene Stirolo (SBS - comportamento elastico).
Anche al di fuori del nostro Paese, le varie Normative non hanno introdotto differenti Parametri Identificativi. Queste definizioni sono comunque applicabili al solo compbound bituminoso e non, nel senso stretto del termine, ad una membrana finita, le cui caratteristiche comportamentali di resistenza alla deformazione sono condizionate dalle tipologie e prestazionalità delle armature impiegate. Se analizziamo un grafico sforzo-deformazione riferito ad una qualsiasi membrana bitume polimero, troviamo comunque un iniziale limite di proporzionalità anche se, in coordinate assai differenti, di caso in caso, di prodotto in prodotto. In questa tratta variabile la tensione rappresenta una funzione lineare della deformazione ed il comportamento del materiale può essere definito come elastico. Il limite elastico è pressoché coincidente, a prescindere da una differenza non significativa, con il punto di limite di proporzionalità.
Risulta anche possibile definire, per qualsiasi membrana bitume polimero, un intervallo di elasticità (zona plastica) che è rappresentato dalla regione della curva che si estende tra il limite di proporzionalità ed il punto di rottura.
Concludendo risulta, da quanto sopraesposto, che le membrane denominate Elastoplastomeriche o Plastoelastomeriche non sono altro che membrane Plastomeriche le quali trovano una loro collocazione "qualitativa", rispetto a quelle definite plastomeriche, per un maggiore e/o migliore contenuto di altopolimeri aventi funzioni modificanti nei confronti del bitume distillato di base.